lunedì 15 settembre 2008

Friky

Stamattina Friky è andata... Dopo giorni di agonia... Ha passato la notte peggio che poteva... Ormai il tumore aveva fatto scempio del suo corpo e degli organi... polmoni, cuore, sistema nervoso... Con Luca l'abbiamo portata dal veterinario che mi ha prospettato qual'era la situazione... non c'era più nulla a fare, inoltre la pikkolina soffriva troppo... non riusciva più a stare in piedi, tremava, respirava a fatica... negli ultimi giorni non camminava più... per fare i bisogni dovevo prenderla in braccio e portarla fin giù nell'aiuola... ma stamattina non ci riusciva più neanche così... dal meico, quando mi ha detto che era finita ho pianto come un bambino... anche Luca piangeva... ho detto al veterinario di fare ciò che era meglio per lei perchè non soffrisse più... gli abbiamo fatto la prima iniezione, un sedativo per calmarla, per calmare gli spasmi... dopo 5 minuti era distesa sul freddo tavolo della sala operatoria... mi guardava ed io piangevo, anche provavo a non farmi vedere per non farle capire... ma era inutile, era troppo intelligente per non capire... mi fissava con i suoi okkioni che tutti quelli che l'hanno conosciuta hanno amato... tanto era dolce... aveva uno sguardo che non ho mai visto in nessun altro cane... nè mai rivedrò... aveva capito tutto i sicuro... poi la prima iniezione letale... ma non è servita a nulla... voleva vivere forse... dopo un pò il medico ne ha fatta un'altra... niente, respirava ancora... ed io lì accanto stretto a lei l'accarezzavo, le parlavo... piangevo... l'accarezzavo... la guardavo negli occhi mentre se ne andava... ma non se ne andava... ci sono volute tre iniezioni di barbiturico perchè si addormentasse dolcemente, quasi senza accorgersene... ma questa volta per sempre... è partita per l'ultimo viaggio... e ne ha fatti tanti di viaggi con me e Luca nei suoi 12 anni di breve vita... E' stata la compagna di vita migliore che potessi avere... mi ricordo di ogni istante che abbiamo rascorso insieme... io e lei... soli... le volevo avvero troppo bene... non era un cane... e non lo dico perchè era il Mio cane... anzi non era un cane... era una persona... le bastava guardarmi per farmi capire ogni suo bisogno... era sempre lì accanto a me ogni volta che capiva che qualcosa non andava... e spero di aver fatto lo stesso con Lei... spero solo che la sua sia stata una bella vita... credo di non averle mai fatto mancare nulla... tanto so che ci ri-incontreremo un giorno... era uno spettacolo di cane... e aveva un'anima di sicuro... si reincarnerà... in una persona forse o forse in un essere superiore... se lo è meritato davvero... e non la dimenticherò mai... è stata troppo importante... da quando ci siamo incontrati su quella statale in quella mattina d'inverno... una piccola palla di pelo... infreddolita, bagnata... l'ho caricata sul mio scooter e l'ho portata a casa... da quel momento credo di averla amata... si... amata... e l'amo ancora... e l'amerò per sempre... tanto che non voglio più che nessuna altro animale prenda il suo posto... sarebbe impossibile... da oggi correrà di nuovo libera in altri prati, su altre montagne... e papà di sicuro la accudirà e la porterà in giro per quelle stesse montagne che amava tanto anche lui... Non ti dimenticherò mai Africa... mai... riposa in pace ora piccola, le sofferenze per te sono finite... sono finite per sempre... ora divertiti e pensa solo a te stessa... aiuta papà se dovesse aver bisogno... fà come se fossi io accanto a te... nell'attesa di ritrovarci a correre insieme come quando eri solamente una piccola cucciola... ti voglio bene Friky e te ne vorrò per sempre... al prossimo incontro piccola bellissima cagnolina...

venerdì 5 settembre 2008

5 settembre 2008

5 Settembre oggi si parte! Destinazione: Motoraduno di Gambarie d'Aspromonte.... Partenza dal MotoclubRandagio all'uscita dall'ufficio, ore 19, moto già carica e si va a farci sta due giorni in quel di Calabria... Arrivo previsto a Gambarie: ore 23.30 c.a. (ma spero che riusciamo a fare prima...... Al ritorno qualke foto sul blog.

Saremo il vento

Ho trovato questa poesia su Motocicliste.net, mi è piaciuta e la pubblico (tanto il blog è il mio, no???)

Saremo il vento C’è stato un tempo per guardare, un tempo per imparare, uno per provare e poi, finalmente, uno per andare. Guardavamo quando all’inizio non eravamo mai entrate in un paddock, non avevamo mai visto da vicino pistoni e forcelle, cilindri e sospensioni... guardavamo le moto sfrecciare, senza capire dove e perché stessero andando, senza conoscere né immaginare il piacere di farsi graffiare dal vento e dall’asfalto; guardavamo quegli uomini che alle comodità preferivano il grasso sulle mani e sulle tute, il frastuono del rombo dei motori, quegli uomini che alla cura delle persone sovrapponevano la cura delle cromature più segrete della propria motocicletta. Guardavamo. Un po’ da lontano, da un angolo nascosto, senza che nessuno si accorgesse. Un po' imbarazzate da questa curiosità abbiamo guardato a lungo. Imparavamo. Dai nostri amati Talami imparavamo a riconoscere il suono del due tempi dal quattro, la rotazione che un motore a due cilindri o a quattro imprime alla moto; a distinguere il rosso Ducati dal Guzzi; a contare sul palmo della mano tutti i bulloni arrugginiti di un V35; a regolare - chine nel porgere una chiave a 12 - le puntine incrostate di un vecchio due tempi cecoslovacco. Addette qualche volta al rabbocco dell’olio, misuravamo coi polpastrelli quel grasso che trasuda per un gommino ormai consunto; assorte a far girare ritmicamente una gomma posteriore, imparavamo ad ingrassare la catena, a controllarne la tensione. E finalmente, sulle rigide selle d’un tempo, abbracciate ad un fratello, un padre, un fidanzato, un amico, ci abbandonavamo ai profumi della primavera ed al vento. Dai nostri amati talami imparavamo. Finché un giorno, per caso, ci si ritrova a pensare a come potrebbe essere stare lì davanti, con le mani sul manubrio e i moscerini sulla visiera del proprio casco. A come deve essere quel senso di libertà che si prova quando sei da sola, e le cose ti corrono incontro. E il gas che tu dai col polso destro è la velocità con cui decidi di attraversare quelle cose; è il tempo che hai per reagire; è il ritmo, lento e tranquillo, oppure immediato e veloce, con cui in quel momento ti va di vivere, conoscere, rispondere. Quando non c'è nessuno, proprio nessuno, ma te soltanto, a dirti cosa fare. Così abbiamo provato. Nei cortili, nei parcheggi, nei paesi deserti, nelle città abbandonate in agosto. Con le moto più malandate, con gli avanzi di garage, qualche volta anche coi gioielli di famiglia - prove di fiducia e di amori inestimabili. Finché,finalmente, viene un tempo per andare. Andare, da sole e incontrare altre motocicliste; andare da sole e rimorchiare surfisti; andare al mare e dormire in tenda con la tua moto accanto, e la guardi attraverso la zanzariera prima di addormentarti; andare in compagnia e ingarellarsi cogli amici; andare in pista e sentire solo te, il gas e le pedane grattare; andare in due e fermarsi al tramonto. Semplicemente, andare in motocicletta. C’è da sentirsi strane qualche volta, da essere guardate come alieni con le antennine verdi in testa, da essere considerate una provocazione o una sfida; ma alcuni ti mandano saluti e baci dalle macchine e approvano con l'energia che sarebbe della loro libertà, tenuta nascosta da qualche parte.

Paola Furlan